Giorgio
Tomaso Bagni
FIGURE
"...
Franco Fonzo ha felicemente individuato nell'acquaforte un
naturalissimo mezzo di espressione: alla non comune precisione del
segno, mirabilmente sospeso tra la freschezza dell'originalità
e la sobrietà della tradizione, l'Artista trevigiano abbina
l'indiscussa ricchezza contenutistica, da sempre ammirata caratteristica
dei suoi vivaci oli e degli avvincenti disegni.
I bellissimi nudi sono potentemente definiti, sapientemente composti,
sovente collocati tra una calibrata drammaticità ed una discreta,
quasi impercettibile (ma netta!) sensualità; i suoi volti
sono profondi, frutto di acuta, matura introspezione, di una meditata
ed incisiva analisi del rapporto, sicuramente non semplice, che
lega il pittore al soggetto. Svincolate da ogni forma di gratuito,
ingannevole esotismo, le acqueforti di Franco Fonzo Danna sono pertanto
espressioni di un messaggio diretto e sincero, di stati d'animo
autentici e riconoscibili, pur nella loro evidente, non raramente
sofferta complessità. La loro poesia è caldamente
attuale e coinvolgente, riferita profondamente alle inimitabili,
misteriose sfumature che collegano la dolcezza e la malinconia dell'animo
umano..."
Giorgio
Tomaso Bagni
Treviso, 16 marzo 1989
Giorgio
Tomaso Bagni
FRANCO
FONZO A CA' DEI RICCHI
Sarà inaugurata sabato 13 Dicembre alle 18 presso la sala
comunale trevigiana di Ca' dei Ricchi, nella centralissima via Barberia,
una bella mostra personale di Franco Fonzo.
Ricca e dinamica, sempre originale è la produzione dell'artista
trevigiano. Otto Dix, grande interprete della tendenza realistica
dell'espressionismo tedesco al quale è dedicata, in questi
giorni, una grande antologica a Bolzano, affermò che pochi
sono gli elementi di un'opera d'Arte che possono essere colti da
un critico: raramente il contenuto, il nocciolo essenziale del messaggio
è organizzabile in una serie di concetti; più propriamente
l'Arte è una Visione che si colloca al limite tra il sogno
e l'illuminazione conscia. E Franco Fonzo, nelle sue curate figure,
nella drammaticità dei volti che popolano i pastelli o gli
oli come le acqueforti, sintetizza la viva ed inquietante attualità
di questa visione, coinvolgendo lo spettatore in un susseguirsi
incalzante di emozioni.
L'Artista trevigiano conferma così le proprie apprezzate
doti di introspezione che, unite alle parimenti riconosciute capacità
tecniche, portano ogni sua opera ad un dinamismo efficacissimo e
sovente drammatico. Questa sua mostra è particolarmente dedicata
ai pastelli ed alle acqueforti: le figure di Franco Fonzo infondono
ad ogni sua opera una forza inquietante, un vigore diretto e realista.
Il segno è sempre deciso, sicuro; la scelta dei contrasti
cromatici vivaci, espressivi, è sempre oculata, sapientemente
meditata. Nei volti tesi, nelle mani dure, nella presenza di nudi
sofferti, quasi trasfigurati, ritroviamo la consapevole angoscia
dell'uomo moderno, sospeso tra il dubbio esistenziale e la precarietà
dell'esperienza collettiva, sempre in bilico tra il proprio quotidiano
e l'incalzare di avvenimenti enormi e paurosi: una sintesi contenutistica
di rara intensità e coerenza.
Giorgio
Tomaso Bagni
Treviso, Dicembre 1991.
Giorgio Tomaso Bagni
FRANCO
FONZO
Paesaggio Umano.
Il titolo da assegnare all'intero ultimo periodo della produzione
di Franco Fonzo è certamente questo: in un deserto innaturale,
asettico, e proprio per questo al contempo improbabile e drammatico,
si elevano sorprendenti, riconoscibili e potenti le mute sculture
dell'Uomo. L'Uomo inevitabilmente scolpito: torsi, arti come rocce,
ma anche muscoli come nuvole, simbolo concreto ed inquieto della
propria dolente umanità. La forma, descritta grazie ad una
tecnica schiettamente sicura, alla rigorosa ma discreta attenzione
per i canoni compositivi, si eleva quale narrazione simbolica dell'umana
avventura, tesa tra la dimensione del quotidiano e l'anelito inquietante
dell'assoluto, tra le innumerevoli, incessanti esperienze che propongono
e continuamente rinnovano ogni difficoltà.
Simbolo. Di più: reale (viva?) presenza! L'umanità
congelata di Franco Fonzo, cittadina paralizzata di una terra ormai
evidentemente stregata, perduta, si propone nella propria piena
e credibile realtà, sino a compenetrare palesemente e volontariamente
quell'ambiente violato, in un ultimo fortissimo, consapevole gesto.
Il Paesaggio, in origine ambiente per l'Uomo, è divenuto
quindi così Paesaggio Umano: ambiente e, insieme, Uomo. Forse;
ma nella casta e responsabile pittura di Franco Fonzo la meditazione
si tramuta infine lucidamente in essenza: dalla rappresentazione
simbolica sorge una citazione diretta, il veritiero ritratto (disperato?)
di un'umanità nuda, sofferente, sventrata, in una società
tristemente deserta. Alla soglia del terzo millennio ritroviamo
allora un'umanità decadente, terrorizzata, quasi impazzita;
un'umanità che nel dolore ha addirittura dovuto superare
ogni ancestrale paura, alla spasmodica, irrazionale ricerca di un'appena
velata ipotesi di finale speranza.
Forse... forse finalmente l'Arte, il canto stesso dell'Artista,
questo consapevole, tenace, virile canto di dolore, darà
corpo ed esso stesso diverrà per l'Uomo un tenue, estremo
barlume di speranza. Per una gioia tante volte sognata, per un'immaginata,
immaginaria felicità. Inspiegabile ed insperabile, in questo
nostro triste giorno. E per questo, proprio per questo, domani,
incredibilmente possibile.
Giorgio
Tomaso Bagni
Treviso, Gennaio 1992.
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